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Guida agli OKR: cosa sono e come utilizzarli

OKR è l’acronimo di Objectives and Key Results – obiettivi e risultati chiave (a seguire utilizzeremo KR). Il framework ha avuto particolare successo in virtù della sua flessibilità e possibilità d’applicazione a realtà molto diverse. Abbiamo già scritto delle differenze tra OKR e KPI, ma qui cercheremo di andare più a fondo e fornire indicazioni pratiche.

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Cos’è una piattaforma digitale?

Si sente sempre più spesso parlare di piattaforme digitali. È un fenomeno recente ma che ha assunto proporzioni tali da non poter essere ignorato.

Spesso una piattaforma è alla base del successo delle maggiori aziende tecnologiche contemporanee. Basti pensare a Amazon, Facebook o Google, tutte aziende che hanno costruito il loro successo partendo da piattaforme di diverso tipo.

In questo articolo spieghiamo cos’è esattamente una piattaforma digitale e perché questo modello di business ha assunto un’importanza predominante nel mercato globale.

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No: product management non è solo aggiungere funzionalità

Su cosa deve focalizzarsi un product manager? Certo, sul creare valore per il cliente rispondendo ai suoi bisogni concreti. Prendiamo tuttavia una settimana tipica da product manager e chiediamoci: qual è il miglior investimento delle risorse del team per realizzare la nostra visione?

Presi alla leggera, concetti come continuous discovery o peggio ancora continuous delivery possono generare l’idea errata che la stragrande maggioranza del tempo vada indirizzata alla creazione di nuove funzionalità o prodotti, con un piccolo buffer da devolvere a distrazioni e lavoro non pianificato.

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3 Tipi di Business Model Canvas e come usarli

La Business Model Canvas è un modello di gestione strategica usato per sviluppare nuovi modelli di business e documentare quelli esistenti.

Questo modello prende spunto dai principi Lean descritti da Eric Ries in Lean Start-up e si propone come un’alternativa efficace a lunghi e complessi business plan che, specialmente per le start-up, tendono ad essere più un lavoro di fantasia che una base solida per valutare il valore di un’azienda.

Il principio dietro questo strumento è visualizzare in un colpo solo tutti gli elementi che compongono e influiscono su un’azienda.

Con il tempo e con l’evolversi dei modelli di business, anche la business model canvas si è evoluta e trasformata. In questo articolo andiamo a vedere il modello classico, e i suoi adattamenti per piattaforme e aziende sostenibili.

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Legge di Conway

Legge di Conway: quando i prodotti sono specchio dell’azienda

Nel 1967 un informatico di nome Melvin Conway inviò un paper dal titolo “How Do Committees Invent?” all’Harvard Business Review. HBR rigettò il paper (pubblicato l’anno seguente da Datamation), ma l’idea di fondo divenne popolare, in particolare dopo essere stata riproposta da Fred Brooks (link in inglese) col nome di legge di Conway. Conway ha in seguito riassunto l’idea in questa forma:

Ogni organizzazione che progetta un sistema […] produrrà inevitabilmente un design la cui struttura riflette i rapporti interni dell’organizzazione

Melvin Conway
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Cos’è una user story e come usarla

La user story è uno strumento ampiamente diffuso nei team Agile, con lo scopo di determinare quali funzionalità il team dei developer dovrà sviluppare. Inizialmente nato come strumento nell’Extreme Programming per facilitare lo sviluppo di prodotti digitali, spesso il modo in cui è implementato oggi lascia molto a desiderare.

In questo articolo vediamo cos’è una user story, a cosa serve, e quali sono i principi da seguire per ottenere il massimo vantaggio da questo strumento.

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Schema di una job story / job to be done

User Story e Jobs To Be Done: cosa usare?

User Story e Jobs To Be Done (per brevità US e JTBD) sono due modi diversi per descrivere nuove opportunità partendo dal punto di vista dell’utente. Meglio ancora: partendo dai bisogni e problemi degli utenti.

In Product Management si enfatizza sempre la necessità di dedicare sufficiente tempo a comprendere il problema prima di iniziare a discutere le soluzioni. US e JTBD aiutano a mantenere questo focus e a inquadrare gli esiti in maniera astratta – a concentrarsi sul perché prima di spostarsi sul come.

Tuttavia US e JTBD non coincidono. È normale domandarsi quale sia lo strumento migliore o quali siano le differenze.

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Capire la retention con l’analisi di coorte

Fidelizzare i clienti e aumentare la retention rate – ossia il tasso di clienti che tornano a utilizzare il nostro prodotto – è uno degli obiettivi più comuni nelle strategie di un product manager: in linea di massima, acquisire un cliente è molto più costoso rispetto a mantenerne uno esistente. Inoltre i clienti fedeli tendono a essere “migliori” (tipicamente: più profittabili) rispetto a quelli saltuari.

Migliorare la retention passa necessariamente dal saperla analizzare. Tra i vari strumenti a disposizione, il più utilizzato è l’analisi di coorte.

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Chi è il product manager?

Si sente sempre più spesso parlare di product management e LinkedIn esplode di annunci di lavoro per product manager. Peccato che le competenze ed esperienze volute da un’azienda sembrino completamente diverse da quelle richieste negli altri annunci.

Quando lavoravo nell’ufficio acquisti di un grande negozio di abbigliamento online, il product manager era la persona responsabile dello sviluppo delle collezioni. Poi ho cominciato a sentire questo titolo usato sempre di più dai miei colleghi che lavoravano nei dipartimenti tecnologici dell’azienda. E quindi mi sono chiesta: chi è il product manager?

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Tenere traccia delle opportunità: lavorare con l’opportunity backlog

Lavorare con un opportunity backlog significa mantenere un elenco prioritizzato di opportunità: potenziali aree di sviluppo del prodotto che partono dalle esigenze degli utenti ancora da indirizzare. È uno strumento che, concettualmente, precede la roadmap. Serve a tenere traccia e a dare le giuste priorità ai futuri investimenti delle risorse del team di prodotto.

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