Capire la retention con l’analisi di coorte

Fidelizzare i clienti e aumentare la retention rate – ossia il tasso di clienti che tornano a utilizzare il nostro prodotto – è uno degli obiettivi più comuni nelle strategie di un product manager: in linea di massima, acquisire un cliente è molto più costoso rispetto a mantenerne uno esistente. Inoltre i clienti fedeli tendono a essere “migliori” (tipicamente: più profittabili) rispetto a quelli saltuari.

Migliorare la retention passa necessariamente dal saperla analizzare. Tra i vari strumenti a disposizione, il più utilizzato è l’analisi di coorte.

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Tenere traccia delle opportunità: lavorare con l’opportunity backlog

Lavorare con un opportunity backlog significa mantenere un elenco prioritizzato di opportunità: potenziali aree di sviluppo del prodotto che partono dalle esigenze degli utenti ancora da indirizzare. È uno strumento che, concettualmente, precede la roadmap. Serve a tenere traccia e a dare le giuste priorità ai futuri investimenti delle risorse del team di prodotto.

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Come svolgere una user research: scelta del metodo e preparazione

Creare prodotti che rispondano a bisogni reali dei propri utenti significa, tra le altre cose, sapere quali siano questi bisogni. A prescindere da dove ci si trovi nel ciclo di sviluppo di un prodotto è fondamentale avere a disposizione i giusti insight e prendere decisioni informate. Per questo occorre sapere come svolgere una user research, quando svolgerla e come scegliere il metodo adeguato.

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OKR e KPI: differenze e utilizzi

Gestire e sviluppare un prodotto implica comprenderne la prestazione e il progresso. Il successo (o fallimento) di un’iniziativa è stabilito con chiarezza solo se esiste un quadro di riferimento, stabilito a priori, che dia un senso alle nostre misurazioni. OKR e KPI sono concetti differenti ma con importanti aree di sovrapposizione.

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Original picture by Giorgio Trovato (downloaded from Unsplash)

Un problema da 100 milioni, risolto elegantemente

Il tasso di abbandono (o churn rate) è una delle metriche che, spesso, vorrete tenere sott’occhio da vicino e ridurre. Può determinare la fine o il successo di un prodotto: acquisire clienti è notoriamente dispendioso, dunque una volta conquistati ve li vorrete tenere stretti.

Qualche mese fa, questo tweet di Matt Lerner è balzato in cima alla mia timeline. Ciò che rende il thread particolarmente interessante non è tanto il fatto che a PayPal abbiano risolto un problema di abbandono da 100 milioni di dollari, quanto che l’eleganza del modo in cui sono giunti alla soluzione (la quale, per inciso, ha richiesto la modifica di zero linee di codice). Si tratta di un ottimo esempio di come spendere sufficiente tempo al pensare al problema possa risultare in soluzioni efficaci e intelligenti.

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PRD: cos’è? Un esempio e un template

PRD è l’acronimo di Product Requirement Document: è il documento in divenire che rappresenta lo status e gli obiettivi del prodotto. Un buon esempio di PRD deve fornire risposte chiare sugli aspetti chiave dello sviluppo del prodotto, nonché spiegare perché stiamo investendo risorse in questa iniziativa.

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Che product manager sei? Che product manager vuoi diventare?

Non sono certo l’unico a essersi chiesto cosa esattamente faccia un product manager. Approfondendo, ho capito che responsabilità e competenze del product manager cambiano a seconda delle aziende, dei team, dei prodotti. Il che genera una gran confusione e può rapidamente debilitare chi soffre di sindrome dell’impostore (eccomi!). Non a caso ho passato i primi mesi della mia carriera a tener nota di tutte le caratteristiche che mi mancavano rispetto a chi già svolgeva il lavoro. Il problema: ciascuno di loro sembrava avere competenze e aree di responsabilità diverse.

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Prioritizzare: framework e principi generali

Prioritizzare è fondamentale, in product management così come in ogni altro ambito lavorativo. In questo post mi limito a introdurre alcuni framework (supportati da template) e dei principi generali per la loro applicazione. Lo scopo è facilitare la prioritizzazione di feature, servizi o altre iniziative all’interno di una roadmap e di un backlog: in sintesi, definire su quali aspetti il team di developer si dovrebbe focalizzare nelle settimane o mesi a venire.

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